Con l’entrata in vigore della nuova normativa ETS2, l’Unione Europea compie un ulteriore passo verso la sostenibilità ambientale e la riduzione delle emissioni di gas serra. Questo sistema, noto come European Emission Trading System 2 (ETS2), rappresenta un’estensione del già esistente ETS1, ma con un focus specifico su settori chiave come gli edifici e il trasporto su strada. Scopriamo insieme cosa prevede la nuova normativa ETS2, come funziona e quali aziende sono coinvolte.
Cosa prevede la nuova normativa ETS2?
Gli ETS, o Sistemi di Scambio di Quote di Emissione, sono strumenti di mercato progettati per ridurre le emissioni di gas serra. L’idea alla base è semplice: stabilire un tetto massimo (cap) alle emissioni consentite e distribuire o vendere quote di emissione alle aziende. Ogni quota rappresenta il diritto di emettere una tonnellata di CO2 o equivalente. Le aziende che emettono meno gas serra possono vendere le loro quote in eccesso, mentre quelle che superano il limite devono acquistare ulteriori quote sul mercato.
L’ETS1, introdotto nel 2005, si concentra su settori come l’industria pesante e l’aviazione. La nuova normativa ETS2, invece, amplia il campo d’azione includendo settori precedentemente esclusi, come il trasporto su strada e gli edifici.
Come funziona la nuova normativa ETS2?
L’ETS2 entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, con una fase iniziale di monitoraggio e rendicontazione delle emissioni. A partire dal 2027, le aziende coinvolte saranno obbligate ad acquistare crediti di emissione proporzionali alla CO2 generata dai loro prodotti o servizi.
Il funzionamento dell’ETS2 si basa su un meccanismo a monte della catena del valore. Questo significa che i fornitori di combustibili fossili, come energia e carburanti, saranno i principali responsabili dell’acquisto delle quote. Tuttavia, i costi aggiuntivi derivanti dall’acquisto delle quote potrebbero essere trasferiti ai consumatori finali, con un impatto sui prezzi di energia e carburanti.
Un elemento chiave della nuova normativa ETS2 è il tetto massimo di emissioni, che sarà progressivamente ridotto nel tempo. Questo meccanismo incentiva le aziende a investire in soluzioni più sostenibili, come l’adozione di energie rinnovabili o l’efficienza energetica.
Quali aziende devono rispettare la nuova normativa ETS2?
La nuova normativa ETS2 si applica principalmente ai fornitori di combustibili fossili, inclusi energia e carburanti, che operano nei settori degli edifici e del trasporto su strada. Questi soggetti regolamentati devono monitorare e dichiarare le emissioni dei combustibili immessi in consumo.
Entro il 30 aprile di ogni anno, le aziende devono comunicare all’Autorità Nazionale Competente (ANC) i dati relativi alle emissioni dell’anno precedente. Questo processo richiede la predisposizione di un Piano di Monitoraggio, che deve essere inviato all’ANC al momento della richiesta di autorizzazione.
Le aziende che dovranno dichiarare le fonti di emissione rientrano nei codici CRF (Common Reporting Format) e riceveranno dal proprio fornitore di energia un modulo apposito da compilare.
CRF | Fonti di emissione |
1A1 a ii | Produzione combinata di calore e di energia elettrica per edifici commerciali e istituzionali (1A4a), direttamente o tramite reti di teleriscaldamento |
Produzione combinata di calore e di energia elettrica per edifici residenziali (1A4b), direttamente o tramite reti di teleriscaldamento | |
1A1 a iii | Produzione di calore per settori commerciali, istituzionali 1A4b, direttamente o tramite reti di teleriscaldamento |
Produzione di calore per settori commerciali, istituzionali 1A4b, direttamente o tramite reti di teleriscaldamento | |
1A1 | Industrie energetiche, cogenerazione e riscaldamento diverse da 1A1a ii e 1A1a iii |
1A2 | Industrie manufatturiere e costruzioni |
1A3a | Aviazione civile (commerciale e privata) |
1A3b | Trasporto stradale, inclusi veicoli agricoli su strade asfaltate |
1A3c | Trasporto Ferroviario |
1A3d | Navigazione commerciale e privata. Navigazione per la pesca |
1A3e | Altre attività connesse ai trasporti (ad es. stazioni di rifornimento, attività su aeroporti e porti), |
1A4c | Trasporto con veicoli agricoli fuoristrada. Altri tipi di combustione stazionaria e mobile per agricoltura, silvicoltura, pesca e industrie ittiche come gli allevamenti ittici |
1A5 | Altri usi da fonti stazionarie o mobili (ad es. usi militari, …) |
2A-2H | Industrie in cui il combustibile è utilizzato come reagente chimico o riducente |
Dal 2027, le aziende saranno inoltre obbligate a partecipare alle aste delle quote di emissione e a restituire le quote entro il 31 maggio di ogni anno. Questo sistema mira a garantire la trasparenza e la responsabilità nella gestione delle emissioni.
Normativa di riferimento.
La nuova normativa ETS2 è regolata dalla Direttiva 2003/87/CE, che introduce il capo IV bis per includere i settori degli edifici e del trasporto su strada. Questa direttiva stabilisce le linee guida per il monitoraggio, la rendicontazione e la partecipazione al mercato delle quote di emissione.
In Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è l’ente responsabile per l’implementazione e il monitoraggio del sistema ETS2. Le aziende possono accedere al Portale ETS2 per ottenere supporto e informazioni dettagliate sulle procedure da seguire.
Per concludere.
La nuova normativa ETS2 rappresenta una sfida e un’opportunità per le aziende. Da un lato, impone obblighi stringenti per la riduzione delle emissioni di gas serra; dall’altro, offre incentivi economici per l’adozione di soluzioni sostenibili. Per le aziende che sapranno cogliere questa transizione come un’opportunità, l’ETS2 potrà diventare un volano per l’innovazione e la competitività.
Prepararsi in anticipo, comprendere le implicazioni della normativa e adottare strategie sostenibili saranno elementi chiave per affrontare con successo questa nuova era della sostenibilità.